L’arte del design delle copertine (con esempi)
The Psychopath Test di Ron Jonson; disegnata da Matt Dorfman (Riverhead)
Questa copertina era il prodotto finale di un lungo e coinvolgente processo di sviluppo, come spiega il designer Matt Dorfman nel suo blog. Le immagini avevano ciascuna una texture diversa: carta opaca per il bianco e nero, carta lucida per il colore più esplosivo. Probabilmente è un pensiero soggettivo, ma non potevo fare a meno di chiedermi se ci fosse un’analogia tra l’animale braccato e il cognome dello stesso inventore del test, Robert Hare (dall’inglese, “hare” = “lepre”).
Iris: Questa copertina mi piace perché è immediata. In basso c’è una parte classica e sopra è totalmente moderna. C’è una doppia personalità – anche senza leggere una parola del libro capisci che tratta di psicopatia.
World on a plate di Mina Holland; disegnata da Nick Misani (Penguin)
Questa copertina è il matrimonio perfetto tra font e fotografia. L’enorme torta stile cartoon si trova proprio sopra la mappa.
Iris: Con tutti questi elementi – tutto questo testo, la mappa, la fotografia – la copertina è molto complicata. Sarebbe facile sbagliare ma Misani riesce davvero a fare un ottimo lavoro. I caratteri sono scelti attentamente: la mappa è vintage e il resto del testo rimanda a questo concetto. Le dimensioni del carattere mostrano la gerarchia delle informazioni – se si usa sempre lo stesso carattere si crea molta confusione.
Everything is illuminated, di Jonathan Safran Foer, disegnata da Jon Gray (Penguin)
Emersa dal primo decennio del 2000, o da quella che Steven Heller chiamava l’anti-digital Decade of Dirty Design (“Decade del Design Sporco”), la copertina fatta con la tecnica hand-lettering di Jon Gray rappresentava l’avanguardia del rifiuto dei trucchi e degli strumenti digitali che venivano spesso utilizzati e frequentemente abusati nel corso degli anni ‘90.
Francesca: Nel libro, il personaggio fa un viaggio incredibile nell’Europa dell’Est. E lo comunica tramite la tipografia della copertina. Penso di aver letto da qualche parte che le lettere sono state ispirate da annunci scritti da persone comuni e lasciati poi nelle chiese. Queste pietre rappresentano il viaggio del personaggio da un paese all’altro. E avere una copertina basata solo sulla tipografia, al tempo, era qualcosa di rivoluzionario.
A manual for Cleaning Women di Lucia Berlin; disegnata da Justine Anweiler (Picador Uk)
Come ha descritto la designer Justine Anweiler, per creare questa copertina sono state realizzate delle etichette su misura, cucite su una divisa per addette alle pulizie e poi fotografate.
Iris: Cè un’attenzione particolare per il dettaglio. Sicuramente c’è l’etichetta, che è semplice, con un font pulito. Ma è solo dallo spazio bianco intorno che riconosci l’etichetta e capisci che è parte di un particolare vestito. È un’idea brillante perché spesso i clienti vogliono riempire ogni centimetro di spazio con testo e immagine – ma qui il pezzo forte, l’etichetta, si riconosce solo grazie allo spazio attorno a essa. E racconta una storia: leggendo l’etichetta stai guardando con gli occhi di questa donna.
Farenheit 451 di Ray Bradbury; progetto del concept inedito di Eli Perez
Un fiammifero è il naturale accostamento visuale al romanzo di Bradbury, ma questo concept creato da Eli Perez va un passo oltre: dentro c’è un fiammifero vero e, nella costa del libro, un pezzetto di carta vetrata per accenderlo. Potresti letteralmente bruciarlo.
Iris: Non esprime solo il concetto, va oltre – nel regno del reale. È fisico, puoi interagire con la copertina. È come un invito a una (terribile) azione. Ovviamente una copertina come questa ha un costo elevato, ma io comprerei il libro solo per la copertina.
Moby Dick di Hermann Melville; illustrazioni di Rockwell Kent (BUR)
Ci sono state infinite ristampe di questo grande romanzo di Melville e la maggior parte delle copertine si focalizza sulla grande balena bianca. L’arte di Kent e la sua abilità artistica portano le sue illustrazioni del 1934 oltre i cliché.
Milo: Onestamente, non sono un grande lettore, ma sono un illustratore. Le illustrazioni di questo Moby Dick sono incredibili. Sono dark, sinistre. La balena sprofonda negli abissi con la barca: in un certo senso, tutta la storia è qui. Ma c’è anche molto da scoprire.
Lolita di Vladimir Nabokov; disegnata da Jamie Keenan
Lavorare con i classici prevede libertà ma anche limiti. Un titolo così conosciuto può permetterti di giocare sul concept senza dover spiegare troppo, ma corri anche il rischio di fare una banale ripetizione di quello che è stato fatto prima, e, nel caso di Lolita, questo si traduce spesso in immagini di sexy ninfette o donne adulte. Questa era la versione di Jamie Keenan per una gara sponsorizzata dall’architetto John Bertram (che presentò questo contest come la “correzione” di decenni di brutte copertine di Lolitai). Le versioni furono pubblicate nel libro di Bertram: Lolita: Story of a Cover Girl.
Iris: È assolutamente brillante. Ci vuole un secondo a capire il doppio senso visivo, ma una volta compreso, è perfetto su molti livelli. È la stanza della ragazza. È anche un angolo dove metti un bambino che ha fatto i capricci. Ed è un angolo cieco. E, sicuramente, sono le gambe della ragazza e la sua biancheria intima. Lo guardi con l’occhio ossessivo di un uomo che vede sesso e sessualità dove non dovrebbero esserci.
Libri d’arte, design inedito di Klas Ernflo
Entra nel bookshop di qualsiasi museo nel mondo e realizzerai che non c’è più grande cliché che avvolgere un libro d’arte di Van Gogh in una copertina che rappresenta la sua Notte Stellata. Ma queste copertine – rifiutate dall’editore – escludono le immagini per lasciare spazio solo a testo in grassetto.
Iris: Questi nomi sono talmente famosi che non richiedono introduzione. E piuttosto che creare un’altra copertina che rappresenta un’opera, ci sono delle scritte rese con questo fantastico font in bold. Esattamente quello che non ti aspetti, e rende tutto straordinario.
The zoo in Winter, di Polina Barskova, disegnata da Carol Hayes (Melville House)
Qui c’è un altro esempio di come rendere la tipografia la vera protagonista della copertina: la designer Carol Hayes ha “stampato” a mano il titolo nella neve.
Iris: Non ho letto il libro, ma c’è una fantastica combinazione di immagini. Le lettere rimandano a impronte di animali nella neve, specialmente quelle a forma di artiglio nella W e nella N. E l’angolatura che è stata creata rende chiara solo la parte superiore delle lettere, anche per via dell’ombra presente su di esse. È fantastico come la designer reinterpreti il significato per creare una copertina tipografica.
Il mercante di Venezia di William Shakespeare, disegnata da World of Dot
Qualche volta classico è esattamente come il classico dovrebbe essere, come questa copertina de Il Mercante di Venezia di Shakespeare, ricca e ricoperta di foglie d’oro.
Iris: Ho una copia di questo libro: il Piccolo Teatro di Brera, a Milano, le distribuiva durante la rappresentazione dell’opera. Il colore verde scuro è fantastico, il pattern massiccio e intricato è stupendo, il lettering è perfetto e la lavorazione in oro evoca la ricchezza del classico e il benessere economico del protagonista.
Ma queste sono solo 11 delle tante copertine che sono – perdonate il gioco di parole – rimaste stampate nelle menti di questi graphic designer.
Quali sono le tue preferite? Cosa le rende grandi?
In Moskito Design progettiamo copertine originali e localizzazioni per libri che parlano di vita zen, ragazzini imbranati e piccoli maghi.