Moskito Design + DaVinci Varese: We’re all mad here

Moskito Design + DaVinci Varese: We’re all mad here

Facciamo quattro chiacchiere con i tre graphic designer di Moskito Design che hanno curato il rilancio della storica boutique DaVinci Varese. Oltre le frontiere della creatività e con una vera passione per le sfide.

Moskito Design ha da poco terminato il progetto per il 20° anniversario di Davinci Varese, uno dei negozi di moda più apprezzati del centro cittadino. Tre le fasi del lavoro. La prima, precedente al rilancio vero e proprio, ha previsto la realizzazione degli adesivi per le vetrine che annunciavano i lavori di ristrutturazione e lo spostamento nel temporary store. La seconda ha comunicato la riapertura, grazie a un nuovo sito internet e a una brochure rinnovata. Il gala di inaugurazione del nuovo spazio ha occupato invece l’ultima fase, declinando il concept We’re All Mad Here – viaggio metaforico di Alice dal paese delle meraviglie all’età adulta – negli inviti e negli allestimenti esterni.

Siedo con Giulio ClericiIris Ranzani e Leo Traversa sul divanetto della sala riunioni…

 

 

Che rapporto c’è tra Moskito Design e Davinci Varese?

G: Lavoriamo per loro fin dal 2011, ma io in particolare ho iniziato l’anno scorso. Sono dei clienti speciali, perché ti lasciano molta libertà. E poi hanno i budget giusti per sperimentare strade nuove…

I: È anche il settore Moda che lo permette. Intendo, è l’ambiente creativo per eccellenza, che ti concede di uscire dalle righe, se lo vuoi. Ti ascoltano molto e sono sempre aperti a proposte inaspettate.

Raccontatemi del brief.

L: Tutto è andato per step: dal lavoro per le vetrine, in estate, al party di inaugurazione a dicembre.

G: Volevano creare un evento che facesse davvero parlare del brand, proprio a ridosso delle vacanze di Natale, e hanno chiesto a noi di pensare a qualcosa di originale.

L: La prima cosa sono stati gli inviti, ispirati ad Alice. Poi l’idea è talmente piaciuta che l’abbiamo estesa alle vetrine e all’evento. Passo dopo passo, condividendo via via il concept di partenza e lo stile per comunicarlo.

 

 

Alice è stata una vostra idea?

L: Sì, di Evy (Evelina Borghesan, proprietaria e art director, con Giulia Salvioni, di Moskito Design, NdR).

G: Il tema ci ha convinti subito, perché è un mix interessante tra infanzia e maturità, sogno e realtà.

I: Scoperta.

L: Sì, è anche un percorso di crescita, di consapevolezza.

Come Davinci? Siamo al 20° anniversario.

L: Esattamente. Una suggestione molto femminile, che aderisce alla perfezione con il profilo di Davinci. Richiama anche il concetto di debutto, di una condizione nuova della vita.

G: E poi Alice è molto attuale.

L: Sì, resta ancora oggi un libro anticonformista, con tanti percorsi di lettura. Praticamente un cult, di cui si propongono spesso rivisitazioni.

G: Sempre molto fashion.

L: Sì, anche un po’ surreale. La storia è davvero caleidoscopica e si presta tantissimo a personaggi e ad ambientazioni differenti.

Tre designer sullo stesso progetto. Come vi siete divisi il lavoro?

I: Un pochino è dipeso dalla disponibilità di ciascuno nei diversi momenti. Mi sono occupata quasi contemporaneamente del sito e della brochure. Mentre per le vetrine le proposte sono arrivate soprattutto da Giulio e da Leo che, una volta che il cliente ha scelto, si sono messi a svilupparle insieme.

 

 

Questo progetto specifico come si inserisce nella strategia a lungo termine di Davinci?

G: In termini di comunicazione visiva, ci hanno chiesto di integrare sito e brochure al nuovo look dello store.

I: Industriale e minimalista al tempo stesso.

G: Ma Davinci Varese è un brand che ne vende altri. Quindi da un lato ha un’identità unica, dall’altro deve lasciare spazio anche alle altre marche che rappresenta.

 

 

Quale approccio avete seguito nel rapporto col cliente?

L: Per le vetrine, Evelina ed io abbiamo incontrato la signora Gardani direttamente in negozio, per prendere le misure e per spiegarle di persona l’idea che avevamo per gli adesivi.

I: Nel mio caso, la boutique mi era piuttosto familiare: Davinci è un negozio storico a Varese. Ma la maggior parte dei contatti con il cliente sono stati via email.

G: Gli scambi e i confronti si sono fatti via via più intesi, dall’approvazione del concept in avanti. Fino alla fase finale, quando la sfida è cresciuta perché sono entrati in gioco anche gli stampatori e gli allestitori.

Hai parlato di sfide, Giulio. Qual è stata quella più impegnativa per ognuno di voi?

G: Per me lavorare con materiali nuovi. Ho dovuto imparare vincoli e opportunità degli strumenti specifici per la comunicazione visiva sulle vetrine.

I: Per me essere originale con pochissimi elementi a disposizione. Il cliente, infatti, voleva che usassimo solo qualche immagine tratta dalla boutique. E con questi limiti, non è sempre facile riuscire a esprimersi al meglio.

L: Abbiamo potuto usare il bianco e nero – già forte nell’identità di Davinci – e l’oro, un colore che domina anche il grande lampadario all’interno del negozio, miscelandoli nel modo che ci sembrava più d’effetto.

 

 

Cosa vi è piaciuto di più del progetto?

G: A me l’intervento sulla vetrina. Dopo tanto lavoro digitale, fare qualcosa di fisico è stato bello!

L: Io ho apprezzato in particolare la libertà creativa che mi è stata concessa. E la possibilità di occuparmi delle grafiche e delle illustrazioni. Cosa rara, perché spesso purtroppo ci si accontenta di adattarle dalle banche dati già disponibili, senza crearne di nuove e originali.

Tutti e tre lavorate con diverse grandi aziende, come eBay, Lindt & Sprüngli, Royal Air Morocco, Select Trade e Carglass. Quali i pro e i contro nel misurarsi invece con un cliente piccolo?

L: Ci sono meno linee guida da seguire. La comunicazione può essere meno istituzionale e quindi più facile.

I: Sono d’accordo. In più non ci sono troppi passaggi decisionali, e i progetti diventano più fluidi e veloci.

G: Sì, certo, in termini di comunicazione anche a me piace collaborare con piccoli brand come VipLüYou: ogni progetto è sempre nuovo e stimolante. Però, quanto a difficoltà, credo che le guideline ti alleggeriscano il lavoro.

 

 

Cosa pensate che il lavoro per Davinci racconti dell’agenzia Moskito Design?

L: La nostra capacità di gestire progetti ad ampio raggio, dal web alla carta, dall’advertising agli eventi.

I: Comprese le creatività delle vetrine. Un’esperienza che ci ha permesso di imparare molto e che ha rafforzato l’offerta di Moskito Design.

Kyle è copywriter e content manager in Moskito dal 2014. Ha iniziato vendendo libri porta a porta negli Stati Uniti, ha insegnato inglese per anni in Turchia e traduce dal francese e dall'italiano. Ama raccontare storie e aiuta le persone e i brand a fare lo stesso.